Cena fuori… a casa!

Fuori piove, perché ormai non ci sono più le mezze stagioni e si stava meglio quando si stava peggio.
Avete prenotato un delizioso ristorante, non molto distante da casa e con il parcheggio facile da trovare, perché tra passeggino, batteria del telecomando dell’auto scarica e venditori di rose ambulanti, meglio restare in confort zone.
E allora come si fa? Avete trascorso la settimana a lavare e masticare insalata, bere acqua liscia e cyclette davanti il televisore. Quella battuta di Fassona, quella Carbonara tartufata, quel Nero d’Avola ve lo meritate eccome!
E dunque, tocca trovare l’idea.
Chiudere innanzitutto il file “porto la famiglia a cena fuori, urla in macchina, parcheggio a sorpresa sulle strisce pedonali, il cameriere è lento, il vicino di tavolo schiamazza” e aprire “tecnologia la disperazione portami via”. Non resta che scegliere tra il delivery che fa al caso tuo. La scelta è meno ampia rispetto al menù del ristorante prenotato, ma i piatti a disposizione sono tutti in attesa di essere selezionati e recapitati a domicilio.


Quindi, ricapitolando, la serata può prendere una nuova piega grazie a Just Eat, Foodora, Moovenda e Deliveroo. In verità, ci sarebbero anche altri distributori minori, ma tra questi non rientra di certo il McDelivery, perché il colossale fast food americano non poteva che essere al passo con i tempi.
Vediamo un po’ a chi potete affidare la consegna dal ristorante che avete scelto. Allora il primo dei quattro è stato uno dei primi a diventare familiare all’occhio degli automobilisti, per le sue sfrecciate in bicicletta, nonostante il pesante “portapacchi” rosso in cui restano al calduccio le pietanze durante il trasporto. Proprio alla luce di questa dilagante pedalata selvaggia, infatti, al Ministero dei Trasporti ci si sta muovendo per disciplinare con nuove normative il fenomeno del ciclismo a “scopo commerciale”, al fine di avere un’apposita materia nel Codice della strada che regolamenti gli spostamenti a pedale. Ovviamente non mancano i fattorini che si muovono in scooter, ma per loro la possibilità di trasgredire è comprensibilmente molto più ridotta.


Ma torniamo alle società di delivery, perché pure la seconda menzionata, Foodora, ha impiegato ben poco a riscuotere il gran successo di cui a oggi gode, probabilmente anche grazie all’accattivante color fucsia dei suoi contenitori di trasporto sulle due ruote a pedali. Non è da meno il giovane padre di Moovenda, che può dire la sua nel panorama del delivery, perché l’ironia del suo logo a forma di ali su sfondo verde, con variante in arancione, ha già conquistato il consenso della maggior parte delle grandi città italiane. Con un tono di verde più tendente al mela, il giovane brand italiano, infatti, vanta 6.825 Deliveroo followers con app ma deve ancora inchinarsi di fronte ai 18.028 dell’intercontinentale Just Eat.


Ma come funziona esattamente? Ebbene, il ristoratore stipula un contratto non esclusivo con una società di delivery, senza alcun costo iniziale, a cui corrisponderà una percentuale pattuita a inizio rapporto, in base agli ordini di vendita. In questo modo, sul ristorante non graverà nessuna spesa e sarà la società a occuparsi della selezione, dell’impiego e del rapporto con i fattorini ingaggiati. Per lo più si tratta di giovani studenti o di gente troppo matura per il mercato del lavoro, talvolta si tratta anche di immigrati, seppur in minoranza, che dopo aver caricato sulla piattaforma digitale della società di delivery la propria candidatura vengono contattati e sottoposti a colloquio conoscitivo.
Insomma, a voi non serve altro che uno smartphone o un pc, con connessione internet. Cercare il vostro ristorante di riferimento da cui volete ordinare e prenotare cibi e bevande di vostro gradimento. Inserire indirizzo e metodo di pagamento e il gioco sarà fatto!