Osservatorio Just Eat 2021, non solo pizza, burger e poke, ecco cosa ordiniamo
Basta girarsi intorno per le strade e vedere frotte di riders: il settore del food delivery continua la sua corsa inarrestabile, registrando una crescita del 59% rispetto al 2020 e generando un valore di 1,5 miliardi di euro.
Una spinta che oggi permette l’accesso al servizio al 68% della popolazione e che è guidata da un lato dall’evoluzione tecnologica perchè tutto avviene con il digitale, dall’altro dall’accelerazione dovuta all’emergenza pandemica, durante la quale il food delivery si è dimostrato essere uno strumento essenziale tanto per le persone, quanto per la ristorazione.
Su Just Eat, nell’ultimo anno il +50% dei ristoranti ha scelto il digitale per ampliare il proprio business e la clientela. In questo scenario, la app per ordinare online cibo a domicilio Just Eat (www.justeat.it) con 24mila partner sulla piattaforma, presenta i risultati del quinto Osservatorio nazionale sul mercato del cibo a domicilio online, analizzando in questa nuova edizione i trend dei consumi, le cucine e i piatti più amati ed emergenti e le abitudini lungo tutto il territorio.
Gusti e tendenze del food delivery: cosa mettono nel piatto gli italiani
I risultati emersi aggiornano in primis la classifica delle cucine più ordinate dagli italiani, dove regina indiscussa resta la pizza, nella classica e intramontabile margherita, seguita dalla piccante diavola e dalla variegata capricciosa. Sul podio si confermano ancora l’hamburger, con una preferenza per il cheeseburger, e il giapponese, che resta saldo in terza posizione grazie ai tanto amati nigiri al salmone, agli uramaki ebiten e al sashimi di salmone. E se al quarto posto si posiziona nuovamente la cucina cinese, è in quinta posizione che si trova la prima novità, il poke. Un fattore del suo successo è la versatilità, che va oltre l’originale hawaiano: se infatti il più ordinato è il poke al salmone, al secondo posto c’è la formula “componi il tuo poke” che consente di variare quasi tutti gli ingredienti andando incontro ai propri gusti. Oltre alle cucine più ordinate, la ricerca rivela anche le proposte più in crescita e i food trend del momento, in un perfetto connubio tra tradizione e ricerca di sapori esotici. Se da un lato, infatti, sono aumentati gli ordini di specialità regionali (+43%), dall’altro si trovano cucine come quella libanese, che registra una crescita del 93%, seguita da quella thailandese (+61%). Cresce anche la cucina salutare, con sempre più persone che prestano maggiore attenzione a quello che mangiano, come confermato dall’incremento delle insalate (+50%) e delle specialità healthy (+32%), ma anche dalla scoperta della cucina vegana, che sta guadagnando popolarità e segna un +67%. Un’evoluzione positiva guidata soprattutto da piatti come la torta salata alle verdure, la pita falafel e il babaganoush, mentre tra i piatti vegetariani più ordinati spicca l’hamburger vegetariano, la cui crescita è legata in parte al trend in ascesa della carne vegetale, dalla consistenza e sapore molto simili alla carne classica. Seguono il wrap veggie e l’hummus.
Da Nord a Sud: i cibi e le cucine del cuore
Nel viaggio lungo la penisola si scopre che insieme alla pizza, sempre alla guida del podio, le cucine più amate in quasi tutte le principali città italiane si confermano essere i classici hamburger, giapponese e cinese. Cagliari, Napoli e Palermo si distinguono invece per le varietà, presentando rispettivamente il poke, i dolci e il pollo all’interno delle loro preferenze. Una maggiore differenziazione, in termini di gusti, si trova invece se si osservano le cucine più in crescita e dove si conferma la passione per i sapori esotici: la cucina peruviana spopola a Milano, mentre quella thailandese cresce a Torino e Firenze. Roma predilige il messicano con i famosi tacos y burritos, le proposte libanese e asian fusion prevalgono a Bologna, mentre il trend indiano emerge a Cagliari e Palermo. Una tendenza che si ritrova anche tra i piatti che stanno guadagnando sempre più popolarità, come il pad thai di gamberi, i gyoza di carne e gli jiaozi, che insieme al poke al salmone e alla frittatina di bucatini delineano i trend emergenti a livello nazionale.
Uno sguardo oltre i confini
La passione per la cucina italiana ci accomuna anche ai nostri vicini: guardando infatti alle preferenze di altri paesi, scopriamo che in Germania, Paesi Bassi, Polonia e Svizzera la nostra cucina è la prima in classifica, mentre quella americana prevale soprattutto in Spagna e Francia. Anche i piatti ci raccontano di passioni condivise con il Bel Paese, con la pizza tra i piatti prediletti dalla Polonia, nella versione capricciosa e dalla Svizzera, nella versione margherita. L’hamburger invece spopola oltre i confini italiani: la Spagna lo preferisce nella variante con carne di vitello, mentre in Germania si preferisce il cheeseburger. E se nei Paesi Bassi si fa sentire la voglia di Oriente con il wok, è l’italianissimo dessert tiramisù il piatto preferito dai francesi.
Identikit dei mangiatori di cibo a domicilio
Se facciamo poi una panoramica nazionale, da un punto di vista sociodemografico, gli utenti più attivi nel food delivery si confermano essere i Millennials che, insieme alla Generazione Z e X, raggiungono l’87%. Inoltre, sono appassionati di calcio (46%) e videogiochi (54%), e suddivisi in maniera omogenea tra uomini (51%) e donne (49%). L’82% dei loro ordini avviene attraverso app ed è guidato principalmente dal bisogno di togliersi uno sfizio (27%) o dalla volontà di rilassarsi dopo una giornata di lavoro o studio (19%), possibilmente insieme al partner (46%) o alla famiglia e agli amici (22%). I momenti preferiti per ordinare? L’ora dell’aperitivo/break pomeridiano (24%) e la cena (54%), seguiti dal 13% che invece preferisce coccolarsi in pausa pranzo con una consegna a domicilio. Guardando oltre i confini italiani, l’early dinner è preferita nei Paesi Bassi (55%), in Svizzera (39%) e Germania, dove si ordina spesso anche in pausa pranzo (38%), mentre cenare nel classico orario italiano dalle 19 in poi, è gradito soprattutto in Spagna (66%) e Francia (58%).